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di Arnaud e Jean-Marie Larrieu, con Sabine Azéma, Daniel Auteuil, Sergi Lopez, Amira Casar
(Francia, 2005)
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Siamo dalle parti di Grenoble, di fronte al massiccio del Vercors: ma ai due fratelli del cinema francese sorprendentemente in concorso a Cannes (Chéreau e Garrel gentilmente lasciati a Venezia) dev'essere parso di stare in faccia al Fujiama. E occorreva forse tutta la serenità distaccata del cinema orientale per rendere credibile, se non poetico questo invito allo scambismo al quale ci introduce una Sabine Azéma pittrice della domenica mentre incontra l'irritante Serge Lopez, sindaco cieco del villaggio. Che la convince a traslocare assieme al marito Daniel Auteuil con la più meno recondita intenzione di risvegliarne i prepensionati sensi. Leccato e sottolineato, il tono del film è certamente insolito e considerato l'argomento privo di volgarità; ma senza giustificare per questo l'elogio sconsiderato ad una sua presunta preziosità distribuito a piene mani dalla critica francese. Dipingere o fare all'amore, abuso del potere o piacere dell'edonismo, dramma o commedia, mare (c'è pure una fuga ai tropici) o montagna? Non lo sapremo mai, persi come siamo nella sapienza (o presunzione) gelida di un film per eletti.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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